Biblioteca Civica Bertoliana

Novità

Io che ti ho voluto così bene

Io che ti ho voluto così bene

Luca non ha neanche quattordici anni, ma ha una sensibilità silenziosa che lo rende diverso dai coetanei. Con i genitori e il fratello maggiore abita in una località di mare, dove tutto sembra immutabile: un posto sicuro che con la bella stagione si popola anno dopo anno. Un'estate una ragazza piena di vita diventa il suo primo sogno d'amore. Quando però lei scompare, e i carabinieri bussano alla loro porta, l'esistenza di Luca e dei suoi viene segnata per sempre. Per sottrarre lui, con la sua innocenza di bambino, all'ombra che si propaga inesorabile sulla famiglia, la madre gli riempie in fretta una valigia e lo mette su un treno con un biglietto di sola andata: al Nord lo aspettano lo zio Umberto, professore al liceo, e la zia Mara con le cugine. In un mondo diverso, lontanissimo da quello della sua infanzia, Luca prova a ricostruirsi, cresce e mette nuove radici, cercando di restituire un senso a parole come fiducia e appartenenza. A sostenerlo ci sono lo zio Umberto, che per lui dà tutto se stesso, e Flavia, una ragazzina determinata a fargli ritrovare la speranza nel futuro. Con la sua penna delicata e profonda, Roberta Recchia mette in scena relazioni intense, dialoghi vibranti, e una storia che ci tiene stretti fino all'ultima pagina. Un romanzo carico di grazia sulla possibilità di rinascere e di saper perdonare, con un protagonista che ci conquista e ci commuove da subito: perché la sua voce ci arriva con tutta la pienezza dei silenzi e delle verità sussurrate.

La fila alle poste

La fila alle poste

Fine novembre a Scauri, tra Roma e Napoli. La spiaggia è quasi deserta, vuoti gli stabilimenti. Da qualche settimana le vongole lasciate nei secchi a spurgare sul bagnasciuga spariscono nel nulla. E non è colpa del mare. Tre anni prima è morta Vittoria, una donna che è entrata nella memoria del paese e delle persone, e ha cambiato per sempre la vita dell'avvocato Lea Russo, due figlie e un marito, molti impegni e molte inquietudini. Vittoria è forse arrivata troppo tardi nei pensieri di Lea, ma è riuscita a mettere in moto un'energia improvvisa, uno squarcio di vita nuova, un'ossessione. L'ultimo lunedì del mese, quando Lea compie quarantatré anni, arriva una brutta notizia. È morta una bambina, è morta ammazzata, e nessuno sembra avere dubbi su chi l'abbia uccisa. Eppure si stagliano ombre profonde, a Scauri tutti sanno tutto, ci si conosce da sempre, non si è mai davvero sorpresi da quanto accade. Ma poi c'è una bambina assassinata, mentre la madre prepara la zuppa di pesce. Lea Russo ama il marito, le figlie, il suo lavoro, ha tutto per essere felice, eppure è piena di dubbi. L'assenza di Vittoria, la sua luce che agita i sogni, ha svelato in lei un'altra felicità, un'eccitazione che va cercata altrove. Lea sente il bisogno di mettersi in discussione, di dover difendere la madre assassina, e di tornare a scavare nelle proprie fantasie, negli enigmi degli altri, nella scura e attraente materia che Vittoria le ha lasciato dentro. La storia di Lea è come un romanzo d'amore poliziesco, in cui il crimine da risolvere è quello di un desiderio nascosto, che sempre più travolge e conquista la mente della protagonista. A partire dal precedente "Chi dice e chi tace", Chiara Valerio ha inventato un mondo letterario che sembra racchiuso, circoscritto, e che invece non smette di estendersi e diventare ricco e complesso sotto i nostri occhi. La scrittrice conosce così bene i suoi personaggi che alla fine risultano familiari anche per noi. Ma come tutto ciò che è familiare, quel mondo e quei caratteri rimangono, in fondo, insondabili.

Le querce non fanno limoni

Le querce non fanno limoni

“Le querce non fanno limoni” è un romanzo epico, intimo e corale che attraversa cinquant’anni di storia italiana, tra la Seconda guerra mondiale e gli anni di piombo. Una storia di Resistenza, di passioni, di famiglie scucite e ricucite, di lotte che lasciano cicatrici, ma anche la forza di stare in piedi. Protagonista è Delia, ex partigiana, donna indimenticabile che affronta la guerra, l’amore e la perdita costruendo – pietra su pietra, voce dopo voce – un luogo reale e simbolico: il Cantuccio, rifugio concreto e ideale, spazio di condivisione, speranza e memoria. Attorno a lei e dopo di lei si muovono Irma, Mauro, Angela, Carlo, Sandro, Lettèria, Gigione e molti altri, personaggi vividi che si intrecciano in una narrazione tessuta come un arazzo di voci, dialetti, cicatrici e sogni. Ambientato tra Firenze e Campi Bisenzio, “Le querce non fanno limoni” dà corpo alla Storia con la “s” maiuscola – le torture a Villa Triste, la Liberazione, la strage di piazza Fontana, le contraddizioni della sinistra extraparlamentare – ma la filtra attraverso i gesti quotidiani, i silenzi, le pentole sul fuoco, le parole non dette. Ogni pagina è intrisa di una lingua viva che alterna lirismo e parlato popolare, una lingua che canta, piange, resiste. È un romanzo sull’eredità – politica, affettiva, ideologica. Sul modo in cui la memoria passa, si nasconde, si rivela. E sul coraggio di non farsi travolgere dal passato, ma di comprenderlo per poter andare avanti. “Le querce non fanno limoni” è un romanzo storico, sì. Ma è anche un romanzo dell’esistenza, un romanzo che si interroga su cosa voglia dire resistere: all’ingiustizia, al disincanto, al dolore, al tempo. E lo fa con una scrittura insieme colta e piena di umanità, che accoglie ogni personaggio come fosse una storia vera, da proteggere. Perché una vita felice significa aver combattuto.

Il silenzio dei lupi

Il silenzio dei lupi

Francia, 1835. Quando, in una gelida mattina di marzo, ai piedi dell'austero castello che ospita l'ospedale psichiatrico di Saint-Auban, viene ritrovato nella neve il corpo senza vita di un giovane studente di medicina in servizio presso l'istituto, il pensiero di tutti non può che tornare all'animale sanguinario che qualche decennio prima aveva terrorizzato la regione, mietendo decine di vittime. Ma quella della Bestia del Gévaudan sembra ormai solo una leggenda, e l'assenza di ferite visibili sul corpo del malcapitato fa piuttosto pensare a una caduta accidentale e a un successivo assideramento. Eppure l'ombra del passato torna a addensarsi sul caso non appena Marianne, l'infermiera dell'istituto, rinviene le prove che il giovane è stato intenzionalmente torturato e poi lasciato a morire di freddo. Nessuno sarebbe disposto a dare credito alle opinioni di una donna, tranne Victor Chastel, il giudice di pace del cantone, il cui oscuro passato gli ha fatto guadagnare la fama di lupo solitario. Avendo sperimentato sulla propria pelle cosa vuol dire trovarsi soli a lottare contro tutto e contro tutti, Chastel decide di fidarsi dell'intuizione di Marianne e prosegue le indagini nella cittadina d'origine della vittima, dove ancora una volta si scontrerà con la diffidenza e le reticenze dei notabili della zona. E ancora una volta sarà una donna, Constance, arguta domestica di una facoltosa famiglia locale, a indicargli la strada che lo condurrà sulle tracce di un segreto tenuto nascosto per anni, un sopruso verso i più deboli che qualcuno credeva ormai sepolto per sempre, ma su cui covava un intricato quanto implacabile disegno di vendetta. Con il pretesto di un'avvincente indagine, Baudin ci regala un romanzo storico ambientato nella provincia francese sullo scorcio della Rivoluzione industriale, ancora dominata dalla sopraffazione e dalle disuguaglianze, ma in cui le donne hanno smesso di accontentarsi e cominciano finalmente a diventare padrone del proprio destino. Anche a costo di uccidere...

Di madre in figlia

Di madre in figlia

Ciò che ti isola ti salva, è la vita che ti mette in pericolo. Marilù abita in cima a un’isola: sotto c’è il villaggio, in mezzo il bosco e infine la radura con la sua casa, dove nemmeno i frequenti incendi estivi possono raggiungerla. È una donna che affascina ma un po’ spaventa, perché porta con sé il fatto di essere stata molto libera negli anni più liberi del secolo scorso, gli psichedelici Settanta. Fin troppo, pensa sua figlia Angela, che sente di averne ricevuto soltanto trascuratezza. Ora Angela si trova costretta a malincuore ad affidarle per tre mesi la figlia Adelaide – che si fa chiamare Adè –, adolescente tanto attiva in Rete quanto insicura nel mondo e nel proprio corpo. In questa lunga estate nonna e nipote si ritrovano insieme dopo dieci anni, si conoscono e si riconoscono, mentre la madre irrompe con telefonate ansiose sul fisso di casa perché, come primo gesto, Marilù ha requisito il cellulare alla ragazza. Per Adè la vacanza non potrebbe cominciare peggio, invece a poco a poco diventa un’avventura. C’è un segreto di cui la nonna non vuole parlare, qualcosa che riguarda la sua storia familiare, la linea femminile che la precede – sua madre, farmacista in un paesino del Sud, e la madre di sua madre, una guaritrice che è finita a vivere in un convento. Un’antica colpa in questa storia senza colpevoli. Sul delicato confine fra amare, proteggere e lasciare andare, fra prendersi cura e avvelenare, le tre, di madre in figlia, provano a capirsi. Ciascuna ha agito con le migliori intenzioni, anche se a volte il rancore, il dolore, l’amore accecano. Concita De Gregorio intreccia tre generazioni, tre epoche della storia e tre stagioni della vita nelle voci di Marilù, Angela e Adè: subito così vere, così vulnerabili e vive da risuonare immediatamente intime.

Zaky e gli altri

Zaky e gli altri

Zaky è fissato col sesso. Per conquistare una donna non si fa scrupoli a mentire, spacciare false promesse, fingersi romantico. Come un chiodo fisso, le fantasie eccitate dei suoi sogni invadono la vita reale, le uscite, le avventure con gli amici. Ecco, gli amici. C’è il Biondino, che è bello, sicuro di sé. Ha solo un difetto, alto due metri, da cui non si separa mai – suo fratello Aldo, “malato nel cervello” – e la sua missione è difenderlo dalla cattiveria altrui. Con loro c’è Masamba, dolce, con la battuta sempre pronta, gran lavoratore e noto superdotato. Quattro ragazzi destinati a ripetere sempre uguali le loro abitudini di provincia. Tutto cambia quando Zaky si innamora di Marion, un’apparizione folgorante tra i tavolini di un bar: di fronte a tanta bellezza, il suo vigore sessuale si sgretola di colpo. L’incapacità di fare l’amore con lei disintegra le sue certezze, e la ricerca di un rimedio diventa un’ossessione incontenibile. Zaky è pronto a tutto pur di apparire perfetto agli occhi di Marion: un’onda anomala scuote così il Biondino, Aldo e Masamba, rimescola le carte del gruppo e della loro stessa vita, fino a scoprire quanto sono profondi e luminosi gli abissi che li uniscono. Il primo romanzo di Gipi è una storia commovente sull’amicizia, sull’amore e sulle imperfezioni che non possiamo evitare, capace di liberare, con un linguaggio diretto e insieme poetico, le emozioni e le speranze di chi, mentre cresce, cerca il proprio posto nel mondo.

La scoperta dell'Olanda

La scoperta dell'Olanda

L’insegna dell’Hotel Spaander, nel pittoresco villaggio costiero di Volendam, vicino ad Amsterdam, è il dipinto di un uomo sorridente con una mano sporca di tempera blu e la scritta: «Benvenuto, artista.» Fondato nel 1881 da un visionario votato all’arte, l’albergo ha ospitato per oltre un secolo centinaia di pittori e scultori, diventando un vivace centro di confronto, creazione e sperimentazione di stili e universi estetici, crocevia di vite vagabonde, radicalismi politici e passioni inquiete, angolo preservato dal clamore delle grandi capitali e protetto in un’Europa dilaniata dalle guerre. A Jan Brokken basta una visita per rimanere affascinato dalla ricchezza di storie e curiosità di questo luogo d’eccezione dell’arte moderna, che ha attirato Picasso, Kandinskij, Signac, Joseph Beuys, così come Proust che qui trovò ispirazione per un’eroina della sua Recherche. Una colonia internazionale libera e aperta dove l’americana Elizabeth Nourse e molte altre artiste, regolarmente escluse dai coevi circoli parigini, venivano accolte e trattate da pari a pari dai colleghi uomini. Con la sua capacità di rivelare gemme nascoste del Novecento europeo attraverso percorsi poetici e romanzeschi, Brokken ci accompagna alla scoperta di ciò che tanti talenti da tutto il mondo hanno inseguito e cercato di catturare sulla tela a Volendam, spesso ingaggiando sfide senza fine: la luce unica dell’Olanda, con i suoi vasti cieli mutevoli che in ogni scorcio si specchiano nell’acqua; i colori, i silenzi, i volti rosi dalla salsedine dei pescatori e la grazia di semplici gesti femminili; i riti antichi di una comunità di mare in cui sembra farsi più intensa ogni esperienza umana.

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