Ritorna “Vicenza e la montagna” con film, libri, teatro e una mostra di giovani artisti
Nella sedicesima edizione del festival anche due serate in ricordo dell’alpinista Cristina Castagna02/10/2025

Ritorna “Vicenza e la montagna”, il festival dedicato alla cultura delle terre alte. La manifestazione, giunta alla sedicesima edizione grazie alla collaborazione tra Club Alpino Italiano di Vicenza, Giovane Montagna di Vicenza, Società Alpinisti Vicentini, associazioni MontagnaViva di Costabissara e Montagne e Solidarietà, con il sostegno del Comune di Vicenza e la collaborazione della Biblioteca civica Bertoliana, si tiene dal 2 al 31 ottobre, con una serata fuori rassegna il 7 novembre.
Il programma è stato presentato questa mattina a Palazzo Cordellina dal responsabile del festival Franco Pavan, alla presenza dell’assessore alla cultura, al turismo e all’attrattività della città Ilaria Fantin e del presidente della Bertoliana civica Bertoliana Alberto Galla.
Erano presenti anche il presidente del Club Alpino Italiano di Vicenza Maurizio Dalla Libera, la vice presidente della Società Alpinisti Vicentini Lisa Iannascoli, il presidente della Giovane Montagna Giorgio Bolcato, il presidente di Montagne e Solidarietà Tarcisio Bellò e alcuni degli artisti protagonisti della mostra - Francesco Dabalà, Eleonora Antichi, Xinyao Lin, Paola Bianco, Anna Dal Gobbo - con l'insegnante Arthur Watsoni Duff.
Anche l’’edizione di quest’anno, sostenuta dal Comune di Vicenza, è caratterizzata dalla collaborazione con la Biblioteca civica Bertoliana, che a Palazzo Cordellina ospita la mostra a “La Montagna con altri occhi: gli artisti”, con opere degli studenti dell’Accademia di Belle Arti di Venezia.
Il festival propone inoltre quattro serate dedicate ad alcuni dei più recenti film di montagna al Cinema Patronato Leone XIII (in collaborazione con Trento Film Festival 365) e quattro incontri con gli autori, con presentazioni di libri e filmati nella sala polifunzionale del Patronato Leone XIII, tutti ad ingresso libero, oltre a una serata fuori rassegna nella Sala Ernesto Gresele dell’Ospedale San Bortolo, dedicata alla memoria dell’alpinista vicentina Cristina Castagna.
«Sono particolarmente felice che la mostra di apertura di “Vicenza e la Montagna” abbia per protagonisti otto artisti, studenti dell’Accademia di Belle Arti di Venezia – ha dichiarato l’assessore alla cultura, al turismo e all’attrattività della città Ilaria Fantin – La riflessione sulla bellezza e la fragilità delle terre alte che le associazioni promotrici del festival portano avanti da molti anni si arricchisce del contributo di questi giovani creativi che ci invitano, insieme al collettivo L’AltraMontagna a cui si ispirano, a guardare la natura superando stereotipi e banalizzazioni. Un bel messaggio che il Comune di Vicenza sostiene con convinzione».
«Con questa mostra ospitata a Palazzo Cordellina nell’ambito di “Vicenza e la montagna” rinnoviamo una collaborazione preziosa tra la Biblioteca Civica Bertoliana e il festival; questa iniziativa rappresenta un esempio virtuoso di connessione tra associazioni (in questo caso quelle che afferiscono al mondo della montagna e dell’escursionismo) e la Biblioteca. Questo genere di collaborazioni costituiscono l’elemento chiave per una crescita armonica e condivisa delle proposte culturali della nostra città» ha dichiarato il presidente della Bertoliana, Alberto Galla.
La mostra “La montagna con altri occhi: gli artisti”
La XVI edizione di “Vicenza e la montagna” prende il via venerdì 3 ottobre (inaugurazione giovedì 2 ottobre alle 20.45) proprio con la mostra “La montagna con altri occhi: gli artisti” allestita nelle sale Caffetteria e Udienze al piano terra di Palazzo Cordellina, in contra’ Riale 12.
I protagonisti della mostra sono otto artisti, studenti dell’Accademia di Belle Arti di Venezia: Francesco Dabalà, Eleonora Antichi, Xinyao Lin, Paola Bianco, Giorgia Contin, Anna Dal Gobbo, Denis Vigne, Romina Dorigo.
Agli artisti è stato chiesto di creare un’opera prendendo ispirazione dal volume “La Montagna con altri occhi. Ridisegnare le Terre Alte” del collettivo L’AltraMontagna (People, 2025). Nel testo infatti glaciologi, geografi, antropologi, architetti, scrittori e divulgatori scientifici cercano di darci una panoramica per riconsiderare le terre alte in modo non banale. Nella mostra invece è stato utilizzato un altro linguaggio: quello dell’arte, forma espressiva capace di trasmettere emozioni, messaggi, riflessioni difficili da descrivere con la sola comunicazione verbale. Ogni opera è una storia a sé, tra immagini, forme, colori ma che intrecciandosi alle altre arricchisce la panoramica di questa visione della montagna che troppo spesso viene idealizzata.
All’inaugurazione della mostra (giovedì2 ottobre alle 20.45) sarà presente il curatore del libro Mauro Varotto, curatore del libro.
La mostra sarà visitabile ad ingresso libero da venerdì 3 a domenica 19 ottobre, martedì, mercoledì e giovedì dalle 10 alle 18; venerdì dalle 10 alle 13; sabato e domenica dalle 10 alle 18. (Sabato 11 la sala Udienza non sarà accessibile causa altro evento).
I film, il teatro e gli incontri
Le proiezioni e gli incontri con gli autori prendono il via martedì 7 ottobre nella sala cinematografica Patronato Leone XIII alle 20.45 con il film Adra di Emma Crome, proposto in collaborazione con Trento Film Festival 365.
Llanberis è una gemma nel cuore del Galles settentrionale, nonché l’epicentro dell’arrampicata nel Regno Unito. Questo piccolo villaggio e i suoi dintorni hanno influenzato la vita di molti, e dalle sue montagne, cave e scogliere, che ospitano
alcune delle migliori vie d’arrampicata del mondo, si è sviluppata una cultura dell’arrampicata che rivaleggia per importanza con quella di Chamonix o dello Yosemite.
Zoe Wood e Lewis Perrin Williams, due arrampicatori locali, ci accompagnano in un viaggio nostalgico, esplorando il modo in cui Llanberis ha influenzato la vita degli arrampicatori nel corso dell’ultimo secolo. Attraverso interviste e materiale d’archivio
con alcuni tra i più importanti personaggi dell’arrampicata britannica, ADRA ci regala con delicatezza un senso di casa, comunità e appartenenza.
Il film si è aggiudicato la Genziana d’Oro Miglior Film di Alpinismo Premio del Club Alpino Italiano al Trento Film Festival 365 del 2025.
Giovedì 9 ottobre nella sala polifunzionale del Patronato Leone XIII alle ore 20.45 Stefano Ardito presenta il suo libro Gran Sasso. Il gigante del sud, dialogando con il giornalista Claudio Tessarolo.
Stefano Ardito (Roma, 15 luglio 1954) è uno scrittore, alpinista, regista, fotografo e conduttore televisivo italiano sui temi di viaggi, montagna e alpinismo, sentieri e trekking, natura e aree protette, scienza, storia. Da più di trent’anni, Stefano ha trasformato in una professione la sua passione di camminatore, alpinista e viaggiatore che lo ha portato tra l’altro in Himalaya, nel Sahara, in Patagonia e in Antartide. Autore di numerosi libri, con cui nel 2015, 2018 e 2020 ha vinto altrettanti prestigiosi premi, ha pubblicato anche un centinaio di guide e prodotto sessanta documentari televisivi collaborando al programma televisivo Geo della Rai. Ha scritto e scrive per alcuni dei più importanti quotidiani e periodici italiani come La Repubblica, Airone, Il Messaggero, Meridiani montagne, Plein Air, La Rivista del CAI, montagna.tv, www.foglieviaggi.cloud e saltuariamente per Il Mattino e Il Gazzettino.
Ha collaborato con numerosi parchi nazionali e regionali, ideato numerosi importanti itinerari di trekking tra cui il Sentiero Italia ed è cofondatore di Mountain Wilderness. E’ riconosciuto come una delle voci più autorevoli in Italia in materia di montagna e alpinismo, di sviluppo turistico sostenibile e di conservazione della natura.
La rassegna prosegue martedì 14 ottobre con la proiezione del film Cacciatori di Cascate del vicentino Mirko Palentini nella sala cinematografica Patronato Leone XIII alle 20.45.
Ad oltre trent’anni di distanza dalla prima discesa, un team di speleologi e torrentisti veneti riscopre, esplora e documenta uno tra i più straordinari Canyon del Trentino Alto Adige, al confine tra le provincie di Trento e Vicenza. Grazie a riprese spettacolari, girate in ambienti isolati e inaccessibili, ai racconti degli esploratori e con approfondimenti storici e naturalistici, il pubblico vivrà un’avventura unica alla scoperta della disciplina del canyoning e di un angolo di Trentino fino ad ora praticamente sconosciuto; seguendo il percorso che l’acqua compie dal Monte Pasubio fino alla valle dell’Adige.
Sarà presente in sala il regista.
Giovedì 16 ottobre entra per la prima volta nel programma del festival uno spettacolo teatrale: Le bestie che abitano i monti, messo in scena dagli attori della comunità terapeutica Monte Oliveto di Verona,
Coop. Sociale CE.I.S. , alla sala polifunzionale del Patronato Leone XIII alle ore 20.45.
Nello spettacolo, curato da Davide Antonio Pio, versi e musiche di ogni tempo (da Shakespeare a Pirandello, da De André ai canti alpini) dialogano attorno alla metafora della cima. La montagna è consapevolezza dei propri limiti, lo zaino deve essere libero da pesi inutili, ci riscopriamo fragili e forti. La montagna può essere un gigante inesplorato che non regala la propria bellezza: richiede molto sacrificio e sete di vita. Uno spettacolo fatto di sguardi, racconti, gesti, dove abissi e cima si uniscono per raccontare un “altro” teatro: una montagna la cui vetta è la versione migliore di se stessi.
Davide Antonio Pio (Benevento, 1988) è musicista, autore e regista teatrale, promotore di festival ed eventi culturali legati ad arte e letteratura. Collabora con enti e associazioni che operano nel campo della marginalità e delle dipendenze. Attualmente in tournée al fianco di Ermal Meta, con lo spettacolo Teatri, del quale ha curato la regia.
Il grande schermo della sala cinematografica Patronato Leone XIII torna martedì 21 ottobre (ore 20.45) con due proiezioni.
Il documentario Primascesa, La montagna creata dall’uomo di Leonardo Panizza, narra l’eccezionale prima ascesa da parte di due alpinisti di una delle ultime cime inviolate rimaste al mondo: una montagna di rifiuti, quella che ognuno di noi contribuisce a creare ogni giorno. I due esploratori Simon e Giovanni scalano una vera e propria discarica, affrontando difficoltà fisiche inedite per il mondo outdoor, per poi discenderla con gli sci.
Il regista Leonardo Panizza, psicologo, frequenta da sempre le montagne del Trentino, cercando di narrare attraverso le parole luoghi non addomesticati, ancora capaci di stupire e sorprendere. Si dedica principalmente all’arrampicata e allo scialpinismo, e dopo alcuni anni di narrazione scritta e brevi video, con Primascesa ha realizzato il suo primo documentario mediometraggio.
Seguirà la proiezione di Transcardus di Elisa Bessega. Il film racconta la storia della prima traversata scialpinistica della catena montuosa dello Sharr: un’avventura autentica tra le vette meno conosciute dei Balcani, al confine tra Kosovo e Macedonia, guidata dallo sciatore e guida alpina Enrico Mosetti. Attraverso la lente dello scialpinismo, il film svela la bellezza aspra e il fascino senza tempo di una regione ancora inesplorata nella sua veste invernale, offrendo un profondo contrasto con le vicine e frenetiche Alpi.
La regista Elisa Bessega, padovana trapiantata a Trento per amore della montagna, lavora nel mondo outdoor come fotografa e videomaker per aziende di settore e riviste tra cui The Pill, Skialper e Alvento. Per quest’ultima ha scritto un reportage di viaggio, freeride e bikepacking in Cile.
Giovedì 23 ottobre nella sala polifunzionale Patronato Leone XIII alle ore 20.45 ci sarà la prima delle due serate dedicate alla Castagna con la proiezione del film Sui passi di Cristina, di Giacomo Bellò.
A 15 anni dalla scomparsa della giovane alpinista vicentina Cristina Castagna, e in occasione delle celebrazioni K2-70 del Club Alpino Italiano, un folto gruppo di partecipanti ha voluto affrontare l’impegnativo trekking sul Baltoro per tributarle un ricordo significativo. Sui passi di Cristina aveva l’obiettivo di raggiungere il campo base del Broad Peak che aveva scalato il 18 luglio 2009 senza più fare ritorno dal suo quinto Ottomila. Una sorta di pellegrinaggio della memoria in cui amici e semplici appassionati raccontano la loro esperienza umana, il legame con Cristina, le emozioni provate e gli incredibili panorami al cospetto di una galassia di vette d’alta quota: Paju Peak, Uli Biaho, Torri di Trango, Baltoro Cathedral, Mitre Peak, Chogolisa, Torre Muztagh, Masherbrum e Gasherbrum. L’esperienza ha avuto un commovente epilogo al Gilkey Memorial, ai piedi del K2, custode delle spoglie mortali e di oggetti ricordo di molti alpinisti tra cui Mario Puchoz, Wanda Rutkieviz, July Tullis e Renato Casarotto. Mentre veniva affisso un piatto metallico in memoria di Cristina con incisa la domanda “Cosa sarei senza i miei sogni?”, nonostante la voce rauca per l’alta quota, il gruppo ha provato ad intonare in versione femminile la meravigliosa canzone del maestro Bepi De Marzi… “Signore delle Cime”. Il viaggio si è concluso a Ghotolti in valle Ishkoman alla festa d’inaugurazione del Cristina Castagna Center con un folto pubblico e autorità locali, cinquanta trekkers italiani e il presidente nazionale del CAI Antonio Montani. Iniziativa in collaborazione con CAI Valdagno e Montagne e Solidarietà APS. Sarà presente in sala il regista. Sottotitoli per non udenti.
Martedì 28 ottobre nella sala cinematografica Patronato Leone XIII alle 20.45, in collaborazione con il Trento Film festival 365, si proietta Straordinarie, di Giorgia Lazzarini.
Questo documentario parla di sei donne che hanno scelto di intraprendere un percorso di vita significativo. Sono rifugiste, donne straordinarie che hanno scelto di vivere e lavorare in alta quota, in un ambiente dove
le premesse non sono sempre favorevoli, cercano il loro posto nel mondo, trovando forza e determinazione. Con il loro impegno e la loro dedizione diventano le custodi di questi luoghi meravigliosi, dimostrando la forza e il coraggio delle donne in un ruolo tradizionalmente associato agli uomini.
La regista Giorgia Lazzarini ha studiato all’Accademia Nazionale del Cinema di Bologna, specializzandosi in DOP e montaggio video. Trasferitasi a Milano, ha lavorato come videomaker per pubblicità, videoclip, cortometraggi e lungometraggi. Saranno presenti in sala la regista e alcune delle protagoniste.
Giovedì 30 ottobre alle 20.45 nella sala polifunzionale Patronato Leone XIII sarà proiettato il docufilm Abito di confini di Opher Thomson.
Una giacca pende da un albero a ovest, jeans da un albero a est. Gli abiti che adornano questi due disparati confini montani sono l’unica cosa che hanno in comune. Pochi hanno visto entrambi. Ma chi l’ha fatto può forse comprendere l’Italia in modi che il resto di noi fatica a cogliere. Abito di Confini traccia un umile viaggio attraverso terre famose ma poco familiari, invertendo lo sguardo sulla migrazione per chiedere cosa una tale prospettiva riveli su questi nostri paesaggi in drammatico cambiamento. La contrapposizione delle due montagne – l’abbandono del Carso e il turismo della Val Susa – collegate all’improvviso da questo precario percorso, ci crea una sorta di prisma che pone domande urgenti sulle nostre vite parallele e i nostri valori collettivi.
Vincitore del premio CASACOMUNE al 28° film festival CINEMAMBIENTE a Torino con la motivazione: “per la sua capacità di imporsi come una contronarrazione in grado di valicare i confini di etichette e definizioni sempre più deumanizzanti. Un’opera piena di movimento, anche se composta da immagini fisse, priva di parole eppure così interrogativa, urgente e ipnotica.” A seguire incontro con il regista presente in sala.
“Vicenza e la Montagna” si chiuderà venerdì 7 novembre con la serata fuori rassegna Il sogno oltre la vetta, in ricordo di Cristina Castagna, nella Sala Ernesto Gresele dell’ospedale San Bortolo di Vicenza (contra’ San Bortolo 85 – ore 20.45).
Promossa da Riccarda Castagna, dal Coro Amici dell’Obante e dall’ Ulss 8 Berica, la serata è dedicata a Cristina Castagna, infermiera e alpinista vicentina scomparsa sul Broad Peak il 18 luglio 2009, e a chi dopo di lei ne ha custodito il ricordo con affetto e gesti concreti.
Cristina è ancora un esempio per tutti, in particolare per le donne, che con la determinazione e la volontà tanti obiettivi apparentemente impensabili e irraggiungibili possono diventare invece realizzabili, nel mondo del lavoro come in qualsiasi ambito. Gli interventi e i video saranno alternati alle canzoni del Coro Amici dell’Obante. A Cristina nel corso di quindici anni sono stati dedicati tre libri (“L’Acchiappasogni” di Massimo Fontana, “Sul Tetto del mondo” raccolta di poesie di Carla Cavallaro, “Il coraggio dei sogni” di Tarcisio Bellò), una scultura in bronzo dell’artista Gilberto Perlotto, alcuni quadri di Giannino Scorzato, una meravigliosa canzone di montagna del Coro Amici dell’Obante, due notevoli edifici (il bivacco Cristina Castagna dell’ANA sul monte Civillina e il Cristina Castagna Center in Hindu Kush), il premio Cristina Castagna sulla marcia Trans d’Havet, la Sala Operatoria oculistica ad Alepe’ in costa d Avorio, e infine all’Ospedale di Vicenza in contra’ San Bortolo 85 la “Sala Cristina Castagna” che andremo a riscoprire insieme alla dimostrazione del ricordo e dell’affetto per Cristina che fra i dipendenti ospedalieri come per molte persone altre comuni è tutt’ora incredibilmente vivo.
In collaborazione con CAI Valdagno, Montagne e Solidarietà APS e Azienda Ulss 8 Berica.
Tutte le proiezioni, gli incontri con gli autori e la mostra a Palazzo Cordellina sono ad ingresso libero.
Per informazioni
https://eventi.comune.vicenza.it/Eventi/Vicenza-e-la-Montagna-2025
vicenzaelamontagna.it
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