Biblioteca Civica Bertoliana

Novità

L'innocenza dell'iguana

L'innocenza dell'iguana

Una sparatoria in pieno centro sconvolge Milano: un sicario in moto, nascosto da un casco integrale e una tuta di pelle, apre il fuoco su due uomini per poi dileguarsi nel nulla. Mentre il vicequestore Loris Sebastiani inizia le indagini e il giornalista hacker Enrico Radeschi si trova avvolto dalle nebbie di Venezia, emergono i primi dettagli: le telecamere della zona in cui è avvenuto il feroce agguato non hanno registrato nulla di utile, e le due vittime – il noto conduttore radiofonico Michele Carras e l’imprenditore Giovanni Fontana, ricoverati in condizioni critiche – sembrano appartenere a mondi fra loro inconciliabili. Qual è, allora, l’oscuro legame che ha finito per incrociarne i destini? Per risolvere il mistero, il poliziotto sa di poter contare sull’aiuto del cronista e sulle sue doti informatiche. Peccato che Enrico sia distratto: deve aiutare il Danese, l’amico dal passato oscuro. L’uomo è in fuga, braccato dalla polizia e impegnato nella disperata ricerca della figlia scomparsa. C’è un barlume di speranza: forse la ragazza è ancora viva e può essere salvata, ma il tempo stringe e il pericolo incombe. Ad aiutare Radeschi in questa doppia indagine ritorna Liz, giovane e brillante hacker, determinata a dimostrare il proprio valore e a superare il maestro in astuzia e capacità investigative. L’innocenza perduta, però, non si recupera, come tutti scopriranno a proprie spese, e ben presto la vicenda si trasforma in una corsa contro il tempo, con i fantasmi del passato che riemergono mettendo a dura prova tutti i protagonisti.

Onesto

Onesto

Guido Contin detto Cognac abita in un casello dismesso della vecchia ferrovia adagiata tra i boschi del Cadore insieme a Moglie, la sua gatta. È anziano e non possiede più nulla se non una cartelletta piena di lettere indirizzate alle cime delle montagne e respinte al mittente. Sono pagine scritte a mano da un uomo che si firma con il nome di Onesto e racconta la sua vita con il fratello gemello Santo, l'incontro con Celeste, la guerra, la morte e l'amore. Sembrano storie semplici, di persone che accettano il destino senza porsi domande, aggrappate alla vita come i larici ai pendii più scoscesi. E invece rivelano vicende straordinarie: un rapimento, un figlio ritrovato, una terribile violenza, una bomba che cade nella notte, una fotografia nascosta tra le rocce, un segreto pieno di vergogna e, soprattutto, un amore inconfessabile che scorre attraverso la vita come un torrente impetuoso. Nella sua semplicità, Onesto ci rivela qualcosa di universale: “in molti credono che per scalare ci voglia forza, invece è proprio il contrario. Scalare, come vivere, non è questione di tenere, è questione di lasciar andare. Ogni cosa. La paura, l'incertezza, i problemi, le soluzioni, il passato, il futuro, le prese, gli appigli. Tutto quanto. Lasciare andare in un movimento continuo che avvicina al cielo”. Francesco Vidotto è un narratore capace di andare dritto al cuore delle cose. Con la storia di Onesto, Santo e Celeste ci emoziona, ci commuove, ci accompagna in alto, dove l'aria è sottile e ci si sentiamo intimamente rinnovati, capaci di guardare la vita con occhi nuovi.

Concorso per bibliotecario

Concorso per bibliotecario

Questo volume, giunto alla seconda edizione, si presenta come una guida pratica e aggiornata sulla biblioteconomia, utile per quanti intendono partecipare ai concorsi pubblici per bibliotecari e collaboratori bibliotecari, ma anche per coloro che necessitano di una panoramica sulla formazione professionale e l'organizzazione bibliotecaria nel suo complesso. La prima parte del testo fornisce alcuni cenni sulla storia del libro, analizza il sistema bibliotecario in Italia, in particolare le varie tipologie degli istituti bibliotecari, l'articolazione e le competenze del Ministero della Cultura e l'amministrazione dei beni librari. Segue una sezione dedicata alle biblioteche pubbliche, in particolare sul personale, gli spazi, i servizi della biblioteca, la gestione delle collezioni, la catalogazione, la gestione degli eventi culturali. Questa nuova edizione contiene una sezione dedicata agli elementi di archivistica (l'archivio, il ciclo vitale, la gestione, la strutturale, le norme, l'organizzazione in Italia), il glossario, la bibliografia e un'appendice con materiali e documenti utili. L'ultima parte contiene alcuni elementi del Diritto amministrativo (gli atti, i provvedimenti e il procedimento amministrativi, il rapporto di pubblico impiego, l'anticorruzione e la trasparenza, la privacy, e l'ordinamento e servizi degli enti locali) e, infine, una selezione di prove ufficiali di concorsi già svolti. Ogni parte è corredata da una selezione di quiz con risposta commentata. Nella sezione online, raggiungibile seguendo le istruzioni riportate in fondo al libro, sono disponibili: una breve sezione sui Contratti pubblici, un simulatore di quiz.

La fame del Cigno

La fame del Cigno

Domenico Cigno è un cinquantenne super obeso, redattore sportivo dell'edizione del sud di un importante quotidiano. Vive le sue giornate tra pasti debordanti e articoli copia-incolla. Senza moglie né figli, un passato da pugile di belle speranze e un inizio di carriera giornalistica di tutto rispetto, Cigno ha già lasciato il meglio della vita dietro di sé. Abita in una cascante villetta con giardino sul litorale domitio, un tratto della costa che da Napoli arriva fino al confine col Lazio. Cinquanta chilometri bassi e sabbiosi, stretti tra un mare che d'inverno si fa gelido e poco frequentato e campagne paludose solcate da canali limacciosi. Oggi ci sono alberghi abbandonati, basi militari in rovina, palazzine che sembrano evacuate. Un territorio di immigrazione clandestina, bande camorristiche poco organizzate e sistemica violenza. A pochi giorni dal Natale, in uno dei canali viene ritrovato il corpo di una ragazza. Potrebbe trattarsi di una studentessa universitaria torinese, attivista e influencer da centinaia di migliaia di follower, venuta a indagare la condizione delle donne nigeriane. È scomparsa da qualche giorno e tutta l'Italia la sta cercando. Cigno è per caso il primo ad arrivare sul posto e come un dinosauro che prova a non estinguersi tenta il riscatto attaccandosi a questa storia con tutte le sue forze. Che non sono molte. Un protagonista dolente e maldestro, intelligente e individualista, a volte in bilico su un segreto pozzo di ferocia; un mondo che ricorda il Texas degli alligatori, le terrificanti oscurità di True Detective, e che esiste realmente, lungo il litorale campano. Un romanzo con una voce tanto ironica quanto amara, che sa tenere assieme il cinismo della sopravvivenza e l'umanità di chi ha perso tutto, mettendo in scena una feroce critica al vecchio e al nuovo giornalismo e, più in profondità, alla discrepanza tra ciò che avremmo voluto essere e quello che siamo diventati.

L'arte dell'Intelligenza Artificiale

L'arte dell'Intelligenza Artificiale

Cos'è l'intelligenza artificiale, per noi, oggi? Fino a qualche anno fa l'immaginario più diffuso era quello dei robot. Ultimamente, invece, ha assunto forme molto diverse, diventando qualcosa di più difficile da definire e da rappresentare. "L'arte dell'Intelligenza Artificiale: parole-chiave filosofiche" affronta questo problema da un punto di vista un po' particolare, quello dell'arte. Da alcuni anni, infatti, anche gli artisti hanno iniziato a produrre opere con ChatGPT, o con quei nuovi strumenti che sono i cosiddetti "modelli testo-immagine". Quali nuove possibilità offrono queste "reti neurali profonde"? Di certo, per la prima volta l'artista si trova di fronte a uno strumento che elabora le informazioni di partenza in modo in parte autonomo. E allora deve accettare la sfida: far sì che la "conversazione" (chat) con l'intelligenza artificiale sia un vero dialogo, in cui il soggetto umano si mette in gioco. L'ipotesi di questo libro è che l'arte possa fornire un esempio di come si possa giocare con l'intelligenza artificiale, senza però esserne succubi. Il saggio - uno strumento fondamentale anche per studenti e docenti universitari di varie discipline, dalla filosofia ai media studies, dalla storia dell'arte alla visual culture - guida il lettore in un percorso teorico che prende le mosse, ogni volta, da una particolare opera d'arte. Si proverà a entrare dentro a opere figurative, ma anche a testi letterari e spettacoli teatrali. A fare da filo conduttore sarà sempre una parola-chiave filosofica: "opera", "autore", "tempo", "memoria", "umano". Quali significati assumono queste parole alla luce di queste nuove pratiche? E alla scoperta di quali scenari ci guidano?

Quella volta

Quella volta

In "Quella volta" Gerry Scotti riannoda il filo invisibile dei suoi, dei nostri anni passati. Quanti ricordi si nascondono nelle pieghe della memoria? Momenti fugaci, emozioni intense, persone e oggetti che hanno lasciato un segno indelebile nel cuore, sono come piccoli frammenti di un puzzle che, messi insieme, compongono il mosaico della nostra vita. I ricordi sono un tesoro prezioso che portiamo con noi per tutta la vita. Tutti noi, infatti, ricordiamo con nostalgia le lunghe giornate estive dell’infanzia, i giochi all’aperto con gli amici, i primi giorni di scuola, l’emozione di ricevere un regalo, la paura del buio… E poi le prime infatuazioni, le amicizie profonde dell’adolescenza, ma anche le insicurezze, i dubbi, la ricerca di una propria identità. I primi lavori, le vacanze e i viaggi avventurosi, le notti insonni passate a studiare. E le delusioni, le difficoltà, le scelte difficili da affrontare. Con l’età adulta sono poi arrivati i momenti di riflessione, il bilancio di quanto abbiamo fatto e di quanto ci manca ancora da fare. Ricordiamo i successi professionali, le relazioni affettive, le gioie e i dolori della vita. Senza però dimenticare i rimpianti, le occasioni mancate, i sogni rimasti nel cassetto. Tutti questi attimi, legati nella nostra memoria ai grandi eventi della Storia, quelli che tutti ci ricordiamo, sono un tesoro prezioso che portiamo con noi per tutta la vita. Ci permettono di rivivere emozioni uniche, di imparare dagli errori del passato, di apprezzare il presente e di guardare al futuro con speranza. Sono un ponte tra il passato e il futuro. Un ponte che percorriamo, pagina dopo pagina, insieme con l’autore, divertendoci e commuovendoci di fronte ai suoi, ai nostri ricordi.

Come un giorno di sole in panchina

Come un giorno di sole in panchina

Un adolescente vende i suoi sogni a un rivale in amore. Un gruppo di uomini armati decide di usare la mucca di un contadino per un attentato. Una ragazzina salva una pecora caduta da un camion e la accoglie come animale domestico: sono alcune delle situazioni da cui prendono vita le storie di Mazen Maarouf, veri e propri gioielli della forma breve, ambientate tra Libano e Israele, Beirut e i Territori Occupati, luoghi che diventano mondi sorprendenti e inquietanti, magici e terrificanti. La materia è complessa, ma lo scrittore sovverte e scardina la logica del reale, immagina la vita, la guerra, le relazioni e l'esperienza umana alla luce delle proprie, personalissime categorie: la comicità, il dramma, la verità e l'invenzione nella sua prosa si sgretolano, si trasformano e crea-no una sorpresa costante. Può accadere che gli affari privati di una famiglia finiscano sotto forma di fumetto sui manifesti attaccati ai muri della città; che i servizi segreti possano perseguitare un padre per obbligarlo a prendersi cura dei suoi figli; una bambina può ricreare il mondo all'uncinetto, la bicicletta di un ragazzino può esplodere all'improvviso, una bambina disabile può acquisire il dono di acchiappare i proiettili al volo e neutralizzarli. Tutto questo è reso possibile dallo sguardo dei suoi protagonisti, la cui voce in apparenza infantile è forse un esorcismo contro una realtà spesso insopportabile. Maarouf intreccia in quattordici racconti alcuni motivi ricorrenti: bambini spiazzanti e vivaci, adulti smarriti e dolenti, un'atmosfera di guerra sempre in agguato, come un'unità trascendentale che lega le sue narrazioni. E poi, di colpo, squarci inattesi che rivelano conflitti insanabili, la violenza dei rapporti di potere, forze onnipresenti che influenzano in modo sottile e fatale tutto ciò che accade. Temi che l'autore sa trattare con cura, senza retorica, sempre con un sorriso delicato e partecipe, mescolando sapientemente il lampo accecante della poesia e l'oscurità raggelante dell'orrore.

Lara vuole essere felice

Lara vuole essere felice

Lara non ha mai sbagliato un colpo. Ha sempre viaggiato lungo il binario del «giusto», del «perfetto», del «tutto sotto controllo», lanciata come un treno in corsa verso chissà dove. Un passato da ballerina, madre di due splendide gemelle, giovane donna innamorata dell’amore, sembra destinata alla felicità. Ma solo quando il suo sogno va in mille pezzi si accorge che il mondo comincia a parlarle davvero. Basta abbassare il volume e mettersi in ascolto. Tra gli scatoloni del trasloco e i capricci delle bambine, guru vestiti di bianco e uomini-sole con le mani sporche di terra, commesse del super che sanno ridere e amiche speciali che sanno giocare, Lara trova il coraggio di svestire i panni della brava bambina, vittima di una sorte cattiva, e passo dopo passo cominciare a danzare sul palcoscenico della sua vita, seguendo la leggerezza di donne lucenti e di piume misteriose, la leggerezza del cuore. Così, impara a lasciar andare quello che credeva importante per scoprire il gorgoglio del ruscello e il profumo dell’orto, il ritmo del corpo e la potenza del sacro, la sorpresa dell’alba e la forza del gioco. Lara, finalmente, scarta di lato e accetta di perdersi, di «errare», per ritrovarsi, mai più sola, su una panchina del parco tra le sue ali-bambine, in un terrazzo di periferia tra le sue piante felici, davanti a una finestra che si affaccia sul cielo. Per brillare come una stella che non ha più paura di portare la sua luce nel buio.

Se il fuoco ci desidera

Se il fuoco ci desidera

«Sente la montagna», dice di lui il comandante. Nell’estate del 1943, Renato Del Din si distingue per preparazione e istinto da scalatore, e lui stesso trova un incanto speciale lassù tra le Dolomiti, dove non arrivano gli echi terribili della guerra. Ma non appena viene assegnato come sottotenente degli alpini a un battaglione della divisione Julia si trova davanti alla scelta più importante della sua vita: scoccato l’armistizio, sbandato l’esercito, si tratta di decidere se seguire Mussolini tra le forze repubblichine o ribellarsi ai nazifascisti. Renato pensa a suo padre Prospero, prigioniero in India, che mai aveva voluto prestare giuramento al duce; pensa a sua madre Ines e a sua sorella Paola a Udine, mentre i tedeschi la occupano usando il pugno di ferro; pensa agli ideali risorgimentali, che lo infiammano ancora, e scrive su un foglio una poesia, che inizia così: «Se il fuoco ci desidera, il fuoco ci prenda». Renato quell’8 settembre scelse la libertà, diventando tra i primi animatori delle brigate Osoppo, cuore della Resistenza in Friuli. In sette mesi furibondi di sortite, azioni e sabotaggi, la sua formazione divenne una spina nel fianco per i nazifascisti, fino alla terribile notte in cui Renato in persona guidò un attacco eroico a una caserma della milizia, trovando la morte. Era il 25 aprile 1944, esattamente un anno prima della Liberazione. Renato aveva ventun anni. Nell’ottantesimo anniversario, Alessandro Carlini ricostruisce la brevissima vita di questo ufficiale e partigiano “perfetto”, grazie agli scritti e alle lettere inedite di Renato, e ai ricordi della sorella Paola Del Din, che dopo la morte del fratello portò avanti il suo nome e la sua battaglia.

Silenzio

Silenzio

Dopo “L'architettrice”, Melania Mazzucco torna a raccontare un intero mondo nel destino di una donna. «Nessuno sa chi sia. Ma è unica, strana, diversa da tutte. Non la dimenticheranno». Straniera e misteriosa, la protagonista di questa storia arriva in Italia nel 1914. Nulla di ciò che racconta è vero, perché è allo stesso tempo in fuga e alla ricerca di sé. Non sa ancora esattamente cosa vuole, ma può essere tutto: scrittrice, pittrice, musicista. Diventerà invece attrice cinematografica, e col nome di Diana Karenne sarà una delle dive degli anni d'oro del cinema muto italiano: la regina del silenzio. Melania Mazzucco ha inseguito l'ombra di Diana Karenne e le sue mille identità negli archivi, nelle biblioteche e nelle cineteche di tutta Europa, e in questo romanzo l'ha raccontata con passione, divertimento, dolore e rispetto. Perché la letteratura è il contrario del silenzio. Nelle sue molte vite, Diana Karenne è stata qualsiasi cosa: straniera misteriosa, femme fatale, zingara, cantante, imprenditrice cinematografica, spia, suora strappata al convento, santa, contessa, regina, zarina. Prima che il tempo ne cancellasse ogni ricordo, fra il 1916 e il 1919 è stata soprattutto la più affascinante diva del cinema muto italiano. Ma non solo. Scrive lei stessa i soggetti dei suoi film, inizia a dirigerli, diventando una delle prime registe cinematografiche della storia, e da un certo punto in poi li produce come imprenditrice. Irrequieta e sfuggente, Diana si destreggia fra aristocratici, diplomatici, produttori dalla fama di banditi, attori a caccia di conquiste, sempre inseguita dal sospetto di essere una spia. Si sposta da Roma a Torino, da Milano a Napoli e Genova. È ammirata dalle spettatrici, che vedono in lei un modello di libertà e indipendenza, e temuta dagli uomini per l’imprevedibilità e gli amori tempestosi. Nulla rivela del suo passato, in nessun luogo mette radici. Crede per prima alle bugie che racconta, fino a creare una realtà alternativa, e una donna nuova: Diana Karenne, appunto. Nel dopoguerra però l’industria del cinema italiano entra in crisi, e nel 1921 Diana si trasferisce a Parigi e poi a Berlino. Lì ci sono gli esuli dalla Russia bolscevica, e la sua origine la costringe a fare i conti con la sua identità. A differenza delle altre stelle del cinema muto, non è tanto il passaggio al sonoro a chiudere la sua carriera di attrice, quanto l’irresistibile desiderio di scomparire, di diventare ancora un’altra donna: la musa mistica e la compagna di un poeta russo a cui sacrificare la sua arte. Sembrava destinata all’oblio, Diana Karenne, ma in questo romanzo, nato come i suoi successi più memorabili da un’indagine avvincente e lunga anni, Melania Mazzucco ce la restituisce in tutta la sua vitale contemporaneità.

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